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Cos’è L'operatore Una pratica congiunta    

L'operatore nel metodo della Biodinamica Craniosacrale

"Non puoi trasmettere saggezza e visione profonda a un’altra persona. Quei semi sono già presenti in lei; un buon insegnante li tocca e permette loro di risvegliarsi, di germogliare e di crescere." Thich Nahat Hanh

Se alla parola “insegnante” sostituiamo la parola “operatore” il senso della craniosacrale è chiarito dalle stupende parole di Thich Nahat Hanh.
L’operatore biodinamico rinuncia ad “aggiustare” il cliente. Si accorda con il ritmo della Respirazione Primaria, con la sua pulsazione profonda, dalla Quiete.
Nella Quiete la mente non è più reattiva, rinuncia a interagire con ciò che osserva, riceve senza scegliere.
Questa neutralità permette al paziente di raccontarsi.
L’operatore è come un fulcro immobile al centro del movimento. In uno spazio neutrale sostiene l’autoregolazione innata del paziente, con un piano di trattamento intrinseco personale, senza protocolli, momento per momento nel presente.

Osservatore e testimone di una sapienza più grande, è la Respirazione Primaria che compie il processo.

"Nello stato di osservazione si percepisce, ma non si fa nulla. Non si è attivi ma nemmeno inattivi… quando si esaurisce lo slancio delle associazioni, non resta più per l’osservatore nessun ruolo da recitare. Allora ci si trova nel silenzio." Vimala Thakar

Quando un operatore è seduto, di fronte a lui trova a un certo livello una persona con il suo vissuto e le sue risorse, ma a un altro livello è seduto di fronte a sé, con sé, nel Sé.
A seconda del livello di coscienza con cui incontro l’altro, l’incontro stesso sarà diverso.
È importante come entro in relazione con l’altro, il tocco amorevole e rispettoso, ma ancora prima da dove entro in contatto. Da dove inizia il gesto e come si realizza all’esterno.
Non ci sono due spazi, ma un unico Spazio.
E questo significa che siamo immersi insieme, che non c’è uno che “fa qualcosa” all’altro.
E qui un paradosso: l’operatore non fa nulla, non crea e non trasforma, ma la sua presenza è importante.

Inganno è credere di poter cambiare, interferire.
Inganno è identificarsi con questo io che vuole intervenire.
Abilità è togliere l’idea di controllo. È saper fare come il contadino che alza le dighe per permettere all’acqua di scorrere meglio nei canali.
Quando cade l’idea di poter fare e aggiungere scompare anche la paura di perdere.
E allora esplode l’Amore.

 
 

Emanuela Orlandini - cell: 328.2781080 - Email: info@craniosacraleimola.it